I’m not a chicken and that’s my life
Un ragazzo 15enne, una donna di 40 anni, un bimbo di 5 anni, una ragazzina 18enne, un Dio, dei giovani ribelli e i loro sogni immersi in uno scenario idilliaco, in cui non c’è separazione e divisione, ma solo una grande complicità e comprensione. Ognuno prova ad uscire dal proprio vissuto e a raccontarsi per rompere le dinamiche di solitudine in cui è “caduto”, pur di sopravvivere e tirare avanti. Il coro, elemento centrale della performance, non giudica ma vive insieme il turbinio interiore del cantastorie, per accudirlo o punzecchiarlo o accarezzarlo o strattonarlo, favorendo il suo flusso di coscienza.